Ir al contenido principal

Armoniosa Milano (Parte 2: Luce della Galleria, Rosso della Scala, Grigio del Monumentale )

 

ARMONIOSA MILANO



PARTE 2: LUCE DELLA GALLERIA, ROSSO DELLA SCALA, GRIGIO DEL MONUMENTALE

IV. Commercio, arte e fede


Alla sinistra di questa scultura, alla destra del Duomo e di fronte al Palazzo Reale, è in piedi l’edificio più impressionante della Piazza Duomo dopo il Duomo medesimo: La Galeria Vittorio Emanuele Secondo. Nota come La Galleria, con una facciata monumentale che ricorda il Paesaggio Enriquez alla mia città di Quetzaltenango costruito dal architetto italiano Alberto Porta che si ha ispirato in questo stile per la sua propria architettura, questa Galleria a Milano è un passaggio commerciale in forma di due strade pedonali che si incrociano nel centro, su ogni lato si trovano diversi negozi, ristoranti e musei, le pareti assomigliano marmo scolpito, il pavimento è ornamentato da belli e colorati mosaichi, e le strade si trovano coperte da un tetto di vetro e metallo in forma di arco continuato che si unisce in una cupola nel centro, sotto la quale spica sul pavimento lo stemma dei Savoia, la dinastia che unì l’Italia, alla quale apparteneva Vittorio Emmanuele II. Questo tipo di coperta permette l’entrata della luce che imbellisce l’interiore grandemente, oltre l’ampiezza, già che le strade interne sono molto larghe e il soffitto molto alto, ecco perché al camminare uno in questa galleria si sente una grande pace nell’anima e il cuore si sente gioioso e pieno di luce.

Quando uno esce al lato contrario alla Piazza Dumo uno esce alla Piazza Scala, uno trova lì il Palazzo Marino e dietro il Palazzo Marino si trova la Piazza di San Fedele, dove c’è una chiesa dello stesso nome davanti a quella una statua di Alessandro Manzoni, uno degli scrittori italiani più grandi nella lingua italiana, collega scrittore che mi ispira.

 


Alla diritta dell’uscita della Galleria e di fronte al Palazzo Marino, attraversando la piazza, si trova il Teatro La Scala. Nel centro spica la statua di Leonardo Da Vinci che camminò per queste strade tanto tempo fa, collega artista che a ogni lato è circondato da statue di altri artisti, magnifico pittore e artista con il quale mi identifico sia per la sua barba sia per il suo genio, e chi mi ispira per essere io un artista così grande come lui.

 


Il Teatro, ispirazione anche del Teatro Municipale della mia città Quetzaltenango, ha una facciata molto bella, ma non più di quella del nostro Teatro Municipale neoclassico con una facciata di colonne a maniera di tempio greco, costrutto per il presidente originario della mia città Manuel Estrada Cabrera, egregio personaggio amante della cultura grecolatina. Nonostante, una volta dentro, il teatro è così grandioso che non ha rivale tra quelli che ho visto, è uno spettacolo in sé stesso, è il teatro più grande che avevo mai visto, elegante, reale, superbo, con un rosso seduttore come il rosso di un bacio di ragazza bionda, come il rosso di un vino tinto in primavera. Ho ascoltato la musica che suonavano lì previo a fare uno spettacolo, ed ho potuto visitare il museo interno che è ugualmente meraviglioso.





Qui al museo del teatro.


Per la Scala?, bah, io scendo qui diritto

Da qui, Piazza Scala, puoi andare in tre direzioni diverse. Se vai verso l’ovest puoi arrivare fino alla chiesa Santa Maria delle Grazie fatta di mattoni arancioni all’interno della quale si trova l’emblematica pittura di Leonardo Da Vinci del Cenacolo o l’Ultima Cena, realizzato su commissione del Duca di Milano Ludovico Maria Sforza Il Moro, il medesimo che costruirebbe la chiesa riferita. Anche in questa direzione, ma girando un poco verso il sud, si può arrivare alla Basilica di Sant’Ambrogio, dedicata a uno dei quattro dottori della Chiesa, Sant’Aurelio Ambrogio di Treviri o di Milano, vescovo di Milano che insieme a Sant’Agostino d’Ippona, San Sofronio Eusebio Girolamo e San Gregorio I Magno, gettò le basi per il cristianesimo. In questa Basilica si conservano le spoglie di questo santo che è venerato per cattolici, ortodossi, anglicani e luterani. Da qui, se si gira in tangente si ritorna al centro per la piazza dei mercanti, e se ci si segue girando in cerchio, al quartiere di San Lorenzo.


V. Grattacieli, Como e gli spiriti degli scrittori


Ma dalla Piazza Scala anche si può andare verso il nord, per la via Giuseppe Verdi e dopo la Via Brera, dove si trova il Palazzo Citterio e dopo la Pinacoteca di Brera, palazzo delle belle arti istituito per Maria Teresa di Austria e che ospitò a Napoleone, sotto il quale diventò un museo succursale del Museo del Louvre, prendendo l’attuale nome.



Se uno segue verso il nordest, può arrivare alla Porta Nuova, un arco bellissimo, e se uno segue può arrivare al Parco Biblioteca degli Alberi di Milano, intorno al quale si trova una zona molto più moderna con grandi grattaceli, un edificio grande ma non enorme in forma di cestino di vimini che è un ufficio di IBM, ed un grattacielo alto è pieno di alberi che è chiamato bosco verticale.

Da qui, se uno va verso il nordovest arriva a Milano Centrale, e dopo a Loreto, all’inizio del Corso Buenos Aires. Se uno va al sudovest uno si trova tra gli grattacieli in cerchio della Piazza Gae Aulenti, vicino a la stazione di treni Milano Porta Garibaldi, però, se ci si continua al sud, si arriva al Corso Como, una bellissima stretta e più antica strada, pittoresca e tranquilla con dei negozi e ristoranti su ogni lato e una bella fontana in centro, al fine della quale venendo del nord si arriva alla Porta Garibaldi, arco che porta il nome di un altro padre dell’Italia, uno dei tre architetti politici della unificazione italiana, il comandante, il lider militare della Italia, il condottiero, dei tre, devo dire, il mio preferito, in onore al quale alla mia città è estato chiamato un quartiere alla mia città di Quetzaltenango, già che questa città può essere fondata dai spagnoli ospitandone a loro insieme ai mami e i quicei e i nauatli, ma sono state i nostri antenati  immigranti italiani quelli che la costruirono e l’abitarono. A questa porta si può anche arrivare dalla Pinacoteca di Brera se uno si sposta verso il nord. Da qui, Porta Garibaldi, verso il nordovest per il Viale Pasubio e poi la Via Ceresio, ci si arriva al Cimitero Monumentale di Milano.

Questo cimitero aperto al pubblico e un enorme museo pieno di palazzi, capelle, monumenti e statue che si ripartono per centinaia di strade, che in totale probabilmente siano più di mille opere artistiche di scultura e architettura, che potrebbe volerci tutto un giorno per ricorrere. Io sono arrivato alla sera e non sono riuscito a passare attraverso tutto.


Soltanto al entrare si trova uno di fronte un enorme palazzo che è una perla per gli occhi, uno sale per la scala ed entra alla sala principale, il Famedio o Tempio della Fama, dove tra altri si trovano tre dei miei colleghi, quattro se prendessimo in conto uno che è stato lì ma non è più, che rappresentano ognuno uno stile di quello che io scrivo: Carlo Cattaneo, chi ha scritto di filosofia, sebbene non è precisamente di mia corrente, Cesare Cantù che è stato spostato alla sua città natale e che ha scritto storia come io che spero un giorno essere uno storico ufficialmente se un giorno ottengo i soldi oppure la borsa di studio della quale ho bisogno per studiare storia universale o almeno europea antica, medievale e rinascimentale, ma che già sono uno storico empiricamente, Salvatore Quasimodo, poeta come io, e Premio Nobel de Letteratura, premio per il quale mi mancherebbe molto lavoro, pubblicazioni e fortuna; e il mio preferito che risalta al centro del Famedio: Alessandro Manzoni, scrittore di romanzi e relati come io, che oltre scrisse nello stile o argomento che io scrivo, sulle relazione romantiche e storiche, essendo prominente la sua opera di I Promessi Spossi.


Qui ho parlato con Manzoni, chi mi disse che la sua opera non è stata scritta soltanto come un romanzo romantico, ma anche come un augurio, una profezia, un annuncio metaforico su una storia reale che accadrebbe a me, anche se Renzo e Lucia non sarebbero milanesi, bensì lui ispano e lei slava, ma questa storia sarà raccontata dopo, soltanto se segui leggendo i miei scritti e segui le mie pubblicazioni.  

Doppo dire addio a Manzoni, qui nel Famedio ho pensato che anche se non mi piacerebbe perdere la vita mai, poiché la eternità è poco per me, essendo la morte ineludibile, mi piacerebbe fare abbastanza in questa vita nella quale seguo creando, per avere l’onore di essere portato qui se un giorno la morte mi raggiunge, tra queste pareti dorate e bianche abbondantemente decorate, sotto il celo blu del soffitto del Famedio di Milano.

Amore più là della morte




Questo è soltanto la parte centrale dove è la coppola dopo avere salito le scale, a destra e sinistra si trovano lunghi corridoi con tombe e colonne e archi da dove uno può vedere verso l’esteriore in un corridoio, o verso l’interiore del Cimitero dall’altro lato, e poi si arriva a una incrociata che fa un angolo di un quadrato di corridoi con più statue e monumenti, che se ci si segue diritto, qualunque lato che si abbia presso, si arriva a una nuova incrociata dove si può girare, se uno ha girato verso l’interiore, fuori del quadrato, si arriva a un angolo dove si può uscire al giardino dove comincia l’interiore del Cimitero, ma anche, almeno in teoria, se potrebbe girare verso il muro e continuare camminando su questo e scendere poi, ma qui non sono più monumenti o statue.

Questa è stata la mia scultura preferita.

Se non camminiamo per le braci centrali, si può direttamente scendere per il centro, dopo il Famedio, e se uno cammina diritto fino al fondo, all’ultimo edificio visibile, un edificio di architettura simile a quello dell’entrata, qui ci renderemo conto che appena è la metà del Cimitero e manca ancora molto per finirlo, essendo il fine l’edificio neoclassico del Tempio Crematorio.


Ci sono mille statue e monumenti, edifici, capelle, obelischi e piramidi, ma sarebbe importante risaltare che sulla seconda lunga strada orizzontale dopo scendere sul centro, la prima dopo l’emiciclo, al estremo sinistro si trova una meravigliosa scultura dell’Ultima Cena in taglia reale, con statue di ognuno dei apostoli e Gesù di Nazareth, e all’altro estremo si trova un monumento ai Caduti Milanesi della Grande Guerra; dietro all’edificio centrale che al ingressare dopo scendere si può vedere in fondo, si trova una specie di obelisco vuoto per dentro, o meglio, una spirale che ascende, essendo la sua parete esteriore le scene della passione di Cristo o del Via Crucis, ma non è una parete piena, si può vedere attraverso il rilievo. E per finire, sulla terza strada orizzontale partendo dalla entrata centrale dove si scende, girando a sinistra, di fronte nell’angolo diritto della seconda grande strada verticale, si trova un Monumento dedicato a Giuseppe Mengoni, l’architetto della Galleria di Milano.



Vuoi sapere di più? Vuoi conoscere gli amici che ho fatto?, Vuoi sapere come diventai Duca di Milano? Vuoi sapere se ho conosciuto una principessa qui? Vuoi sapere del mio incontro con grandi scrittori?, Vuoi conoscere la parte più seducente, musicale e rossa femminile di Milano? Allora seguimi su questo blog e i miei reti sociali.

Mi Épico Viaje

(Más historias de mis viajes)


Versión Español

English Version  

Русская Версия 


Seguimi su Instagram per vedere più fotografie del mio viaggio. Seguimi anche su YouTubeFacebookTwitter e LinkedIn. Se ti piace quello che scrivo ti ringrazierebbe molto che mi donni a PayPal. Puoi anche aiutarmi comprando i miei libri pubblicati disponibili su Amazon, oppure puoi scrivere all'Editoriale "Lluvia de Ideas" (Pioggia di idee) se stai in Guatemala.


Dipingendo con parole e sogni

Dal calamaio del mio Cuore





Comentarios

También te puede interesar

Las 10 Historias de Amistad más Inspiradoras (Revolution Top)

LAS 10 HISTORIAS DE AMISTAD MÁS INSPIRADORAS "Yo soy tu amigo fiel, yo soy tu amigo fiel, tienes problemas, yo también, no hay nada que no pueda hacer por ti, y estando juntos todo marcha bien, pues yo soy tu amigo fiel..." reza la famosa canción de la película de Toy Stoy 2, y con esta frase presentamos nuestro primer Revolution Top especial por el mes del amor y la amistad, que adicionalmente es un test para que veas que tan verdadera o verdaderas son las amistades que entregas y que recibes. Los requisitos que se tomaron en cuenta para elegir estas historias es que fueran amistades emblemáticas públicas o famosas, de seres reales o ficticios (es decir, de la literatura, películas o leyendas). Además, se excluyeron amistades que aun siendo verdaderas incluyesen además de la amistad algún vínculo de parentesco o algún romance conocidos. Por su parte, el criterio de clasificación fue el de la entrega, aun y cuando esta entrega fuese solo de parte de uno de

El Zorro y el Sabueso. Un Cuento de Navidad. Capítulo II. Años de Aventuras.

EL ZORRO Y EL SABUESO UN CUENTO DE NAVIDAD CAPÍTULO II. AÑOS DE AVENTURAS CAPÍTULO ANTERIOR: I. ENCUENTRO Al pequeño zorro le había dolido mucho lo que habían dicho de él, se preguntaba si de verdad era malo. Cuando llegó a su casa le preguntó a su mamá si él era malo, ella le dijo que no, que él era un buen hijo. Él le preguntó si los animales que vivían en el bosque eran malos, ella le dijo que no, que quién le había dicho eso. Él le dijo que unos perros que habían pasado por la zona donde él jugaba se lo habían comentado. Ella le dijo que no les hiciera caso, que los animales del bosque y de la ciudad no se llevaban, pero que él era un buen zorro, que la bondad o la maldad de alguien no dependía del lugar de donde era, pero que igual, mejor se alejara de los animales de ciudad si los veía, para que no le dijeran cosas feas. El zorro se quedó con la duda de por qué no se llevarían unos animales con los otros, pero ya estaba tranquilo de que al menos no era malo, él p

Esa Mujer

  Existe una mujer en el mundo, a la que jamás terminaremos de rendirle nuestro homenaje de admiración y respeto, una mujer que es motivo permanente de inspiración, un ser divino que aterriza la existencia, que es fuente de vida y esperanza, bálsamo que cura las más profundas y dolorosas heridas, una mujer que es la más bella flor que perfuma nuestra existencia, que es un relicario de amor y ternura, una Diosa que tiene su altar en un lugar especial de nuestro corazón y ante él que inclinamos reverentes nuestra frente para rendir la pleitesía. Una mujer noble, sublime, divina, que comparte nuestras penas y nuestras alegrías, que inunda de fe y de consuelo nuestra vida, una mujer llena de amor, una mujer que es la razón y el fundamento de la existencia del ser humano en el universo, una mujer, en fin, que llena con su presencia de felicidad el corazón de sus hijos. Esa mujer única, esa grandiosa mujer, es la madre, esa mujer llena de atributos especiales, a la que agradecidos debemos re

Carta sin remitente

Te escribo esta carta y empieza la lluvia, esa que nace en lo más profundo, el papel se empieza a mojar y la tinta a esparcir, como si mis letras ni al papel importaran, pero dime tú, ¿Qué puedo hacer? Las letras fluyen en dirección a tus ojos, el sentimiento crece por amor a tu alma, la lluvia se hace tormenta por el dolor que causas, pero conozco tan bien tus espinas que trato de tener precaución, quiero hacerte saber que este corazón musita tu nombre como si no existiesen muchos más, me ha contado de tu existencia, ¡que loco! Pienso y me distraigo rápidamente, no puede nadie existir... Tu no estas, solo queda tu sombra esa que dejaste a tu paso junto a mí y que hoy me acompaña, ella es testigo que no puedo, no soy capaz de decirte esto, y ojalá esta carta no acabe en el bote de basura como todas las anteriores en las que no he sido capaz de decirte que si la vida fuera distinta yo podría confesarte esto, esto que es nada más y nada menos que un oasis en el desierto ese que me apare

Yo lo prometí, y le voy a ser fiel...

A cinco meses de la partida hacia la Eternidad de nuestro Comandante Fidel Castro, les traemos la letra y análisis de la canción “Lo prometí”, escrita e interpretada por Lachy y Yasel, dirigida por Javier Vázquez (EGO), producida por Latzl y Chico Frank. Esta canción en honor al Comandante Fidel Castro y su legado, tiene la peculiaridad de ser una combinación de pop y rap, lo que la saca del clásico esquema de la trova cubana, que generalmente es el estilo en que se canta a la Revolución. La canción hace énfasis en el legado que Fidel deja y que la juventud cubana toma con lealtad para seguir adelante. La misma fue escrita para el Comandante Fidel Castro para su 90 cumpleaños el 13 de agosto de 2016, año en que fue estrenada. Sin embargo el video oficial fue grabado después de su muerte, por lo que en el mismo puede observarse el féretro recorriendo la isla.   Lo Prometí “Dicen que la juventud se ha perdido Pero sin embargo yo veo un pueblo unido Personas que pe

Un leño solo no arde

O padecía de insomnio o estaba mal del estómago; o quién sabe qué le pasaba. Lo cierto es que el pobre gallo estuvo canta y canta y nunca que amanecía; a lo mejor se adelantó en su anuncio del según él, ya próximo amanecer, o quizá soñaba en voz alta, aunque pudo haber sucedido también que la madrugada no le quiso hacer caso porque solo un quiquiriquí oía y no el coro acostumbrado de quiquiriquiíes que por lo regular anuncia la próxima llegada de un nuevo día. Total que se dejó de oír su canto y el día no apareció, volviendo a reinar el silencio, ni siquiera interrumpido por el soñoliento gorgoritazo de algún policía de ronda, que a lo mejor, cabeceaba su sueño en el escondite que le proporcionaba el zaguán de alguna casa comercial o de algún edificio público. Cuando el viejo reloj de la antañona torre de la Gobernación Departamental dejó escuchar el melancólico "glaun" del primer cuarto de hora de las cuatro o cinco de la mañana y el motor y las bocinas de unos cuant

20 Personajes Religiosos que Marcaron la Historia de Guatemala (Segunda Parte) (Revolution Top)

REVOLUTION TOP: 20 PERSONAJES QUE MARCARON LA HISTORIA DE GUATEMALA (SEGUNDA PARTE) Bienvenidos a la segunda parte de este Revolution Top. Si no has leído la primera parte, qué esperas, haz click aquí. 20 Personalidades religiosas que han marcado un hito en la historia de Guatemala, ya hemos recorrido 10 de ellos, 9 católicos (1 convertido luego a ortodoxo), y 1 evangélico, 3 vivos y 7 muertos, 2 de la época colonial, 1 de la transición y 7 de la época independiente. Así es, Luis Eduardo Pellecer Faena, Payo Enríquez de Rivera, Francisco Ximénez, Cash Luna, José Matías Delgado, Andrés Girón, Álvaro Ramazzini, José María Ruiz Furlán, Ricardo Falla y Fernando Hoyos Rodríguez han sido ya mencionados. ¿Quienes vendrán a continuación? Les recuerdo que los personajes elegidos para este artículo fueron llenando el requisito de además de que se tenga conocimiento de ellos, que hayan sido ministros de alguna religión, hayan estado en Guatemala durante una parte de su vida y q

Mujer Divina

Una vez más surge luminoso el nombre de Madre, como un rayo de luz que enciende auroras, como un torrente de amor que brota del más puro sentimiento. Nos unimos jubilosos y entusiastas al homenaje de cariño que se le rinde a esa mujer que es fuente de vida y sacrificio, que es sinónimo de entrega y de ternura. Es la madre un motivo permanente de inspiración, es el ser sublime que aterriza la existencia de la humanidad, manantial de vida y esperanza, elixir mágico que alivia y cura las heridas. Es la madre la más hermosa flor que embellece y perfuma nuestra existencia, es la Diosa a la que erigimos en lo más profundo del corazón, un altar para adorarla. Es la madre la esencia bendita y luminosa que orienta nuestro caminar por la vida, y sacrifica su existencia para darnos salud y dicha. Madre, mujer divina, noble y sublime que comparte con amor y dedicación nuestras penas y alegrías, mujer llena de atributos razón y fundamento de la presencia del ser humano en el

Bueno, hasta aquí llegamos por hoy

-Hace algunos días escribimos unos chistes con el propósito de entretenerlos y hacerlos reír aunque sea por un momento, y suspender también brevemente lo que esté haciendo para relajarse un poquito. -Hoy vamos a tratar de hacer lo mismo, esperando no aburrirlos para que nuestra intención cumpla su objetivo, solo que ahora vamos a contarles nada más que cuatro chistes para no cansarlos ni quitarles mucho el tiempo, ya que si esto sucediera, en adelante ya no van a querer ponerle atención a nuestros chascarrilos. -Hecha la anterior aclaración, vamos a iniciar nuestras ocurrencias, esperando que por lo menos se sonrían y que no vayan a dejar que se quemen las tortillas por escucharlas; y decimos esto porque por la hora suponemos que son ellas las que más posibilidad tienen de oirros - las mujeres, no las tortillas -, y si ellos también nos ioyen, pues que mejor. Así que vamos con el primer chiste. -Dice un fulano: La lectura me ha hecho ver la desgracia que trae el aguardiente, -p

Terror Psicológico- No abras la puerta

No abras la puerta Han pasado tres años desde aquella noche. Yo no debí haber estado ahí, ellos lo sabían. Ese día salí muy temprano a la casa de un amigo, sus padres no estarían y tenía y tenía un nuevo videojuego de terror; pasaríamos toda la noche jugando. Ellos lo sabían, yo no debí haber estado ahí esa noche, mi amigo debió estar solo. Ellos lo habían observado por días como hacen siempre y sabían que esa noche estaría solo. Desde el momento en que lo eligieron, no había marcha atrás. Pero tal vez quieras saber quiénes son ellos. Bueno, la verdad... aún no estoy seguro, sigo sin asimilar lo que pasó aquella noche; pero te contaré lo que hasta ahora sé, para que tengas cuidado. Ellos se encuentran en todas partes, en ningún lugar estás exento de ser su víctima. Eligen a una persona, no sé bien cómo o en qué características se basan, pero una vez que te eligen no cambiarán de opinión: te vigilan, te estudian, y estudian a todas las personas que conoces. Día tras