Ir al contenido principal

Armoniosa Milano (Parte 1: L'Arrivo a Casa )


ARMONIOSA MILANO


Parte 1: L'Arrivo a Casa


I. Il fiume di vino bianco


Un giorno di primavera sono arrivato a Milano, la prima città della terra promessa. Arrivare lì è stato un abbraccio, come se mi aspettasse da molto tempo fa, un abbraccio familiare come quello che ci si sente quando si arriva a casa. Milano è una città bellissima, monumentale e imponente, è enorme e ordinata, e tutte le strade confluiscono verso il centro. Io sono entrato per la Stazione Centrale, un edificio enorme e magnifico, mi sono rimasto vicino a Loreto, e mi sono mosso poi a piedi per il corso Buenos Aires, che è stato un viaggio meraviglioso, su ciascun lato si ergono meravigliosi edifici di uno stile estetico potente e armonioso, le strade hanno un giallo soffice e caldo, è come se fosse un fiume di vino bianco, era un fiume vivo, c’era tanta gente e non mi sentivo uno strano, mi sentii parte della città.


La Porta Venezia, una porta neoclassica con belle statue, una di loro mi sembra che fosse Minerva, questa porta alla fine del corso Buenos Aires è il magnifico preludio di quello che arriverà, iniziando qui il corso Venezia. Sul lato diritto I Giardini Indro Montanelli con il Museo di Storia Naturale e il Planetario, si distinguono. Più strade dopo incrocia la Via Senato alla diritta e San Damiano alla sinistra, se prendi la prima passerai per la chiesa ortodossa copta, è dire, quella del patriarcato di Alessandria e dominante in Etiopia, San Pietro Celestino, e dopo arriverai all’antico Palazzo del Senato, ma se prendi la sinistra due blocchi e poi ritorni in parallelo, arriverai al Palazzo della Prefettura di Milano.







Ma se decidiamo non girare e continuammo avanti, ci troviamo alla fine la Basilica di San Babila e poi la sua piazza, dove il nostro percorso gira verso il corso Vittorio Emmanuelle II, dove ci si trova la Basilica di San Carlo al Corso. È qui che inizia a crescere la vera aspettativa, la strada è meno larga e gli edifici si vedono più grandi, in modo che non si può vedere molto lontano quello che ci aspetta, ma il cuore ci dice che viene il più grande. Sono sorpreso, devo dire, di vedere qui su un enorme segno il Rum Zacapa Centenario, prodotto della mia Guatemala, che si erge qui allo stesso livello delle più prestigiose marche di lusso italiane come Gucci, Prada, Giorgio Armani, Dolce & Gabbana, Versace, Fiat, Ferrari, Lamborghini, Maserati, Nebbiolo o Chianti. Ma il più grande, come l’ho detto, deve ancora venire.




II. Sotto l’ombra della Madonnina


Camminando alla fine della strada, passo dopo passo si scopre di fronte a me un enorme edificio verso il quale mi avvicino da dietro: Il Duomo di Milano. Una chiesa gotica monumentale di marmo che irradia intorno una luce di pace che ti fa sentire in paradiso. Nella piazza molti edifici intorno abbelliscono il luogo, di fronte la Cattedrale si distingue. Il Duomo di Milano è più grande di quello che uno vede nelle fotografie, non ti puoi immaginare quanto è grande, soltanto essendo lì ti rendi conto della sua vera taglia. Il Duomo è così grande come cinque chiese di largo, sette di lungo e tre di altezza. La chiesa mi ricorda la chiesa San Nicolo alla mia città, Quetzaltenango, gotica ma molto più grande. La chiesa del Duomo, bellamente scolpita di forma abbondante che mi ricorda il barocco, anzi, è di gotico stile, con le linee verticali che ti permettono ascendere verso Dio stesso, assunzione simile a quella della Madonna Assunta, la Madonnina che dalla cima vede e protegge la città.



In questo tempio puoi sentire lo spirito del lottatore cattolico San Galdino Valvassi della Sala, vescovo milanese originario della città che affrontò all’imperatore Federico Barbarossa dal lato di Milano e il papato, e lo spirito del saggio cattolico italiano e arcivescovo milanese San Carlo Borromeo, controriformatore della chiesa cattolica insieme allo spagnolo Sant’Ignazio di Loyola e l’italiano San Filippo Neri a difesa della chiesa cattolica partecipando della Controriforma e nel Concilio di Trento, il quale inoltre è il patrono e protettore della mia alma mater, la mia università, l’Università di San Carlo di Guatemala, oppure il suo nome originale dal 1676, Reale e Pontificia Università di San Carlo Borromeo; trovandosi le sue spoglie in questo Duomo, anticamente Basilica di Santa Tecla, ed oggi Cattedrale Metropolitana della Natività della Beata Virgine Maria.



Qui in centro si trova il cuore della città, dal quale partono come arterie le strade e corsi della città che spesso arrivano a diverse porte antiche che formano un cerchio intorno al centro della città, dunque è la Piazza Duomo questo luogo in centro, in mezzo alla pianura, la pianura di mezzo, Mediolanum, Mediólanon, Meśiolano, magari Medhelan, Milano, terra in mezzo alle Alpi e gli Appennini, in mezzo al Ticino e il Adda, al nord del Po, città gallo celta, romana, erula, gota, bizantina, longobarda, ducale milanese, francese, spagnola, austriaca, sabauda e italiana.


III. Dalla Roma all’Italia.


Se vai al lato opposto di Loreto, arrivi al Naviglio Grande, da lì puoi andare anche verso il centro, passando per la darsena dove arriva anche il Naviglio Pavese, e più là puoi arrivare a un antico Anfiteatro Romano, rovine che ci ricordano che Milano è stata la capitale dell’Impero Romano di Occidente dal 395 d. C. al 402 d. C. ufficialmente o anche dal 286 d. C. di fatto.



Avanzando verso il centro mi trovo di fronte alla Porta Ticinese Medievale, non la nuova che ci si trova vicino all’est della darsena, bensì la antica che si trova più al nord, una porta medievale che mentre l’attraverso comincia a suonare di sottofondo la canzone di Antonello Venditti: “Eh, in questo mondo di ladri, c’è ancora un gruppo di amici, che non si arrendono mai. Eh, in questo mondo di santi, il nostro cuore è rapito da mille profeti e da quattro cantanti. Noi, noi stiamo bene tra noi, e ci fidiamo di noi. In questo mondo di ladri, in questo mondo di eroi, non siamo molto importanti, ma puoi venire con noi…” Emblematica canzone di questo egregio artista dell’Italia che mi ha fatto sentire così tanto gioioso il cuore, perché avevo ascoltato tanto quella canzone, avevo aspettato tanto arrivare qui, ed era qui, alla fine, l’Italia che avendo conquistato il mio cuore posso anche chiamare la mia terra, la mia casa.



Le antiche colonne che sono sul Corso di Porta Ticinese, Colonne di San Lorenzo, colonne classiche dell’era romana, hanno portato alla mia memoria le colonne neoclassiche che si trovano nel Parco Centrale della mia città di Quetzaltenango; queste colonne romane ci si trovano di fronte alla Basilica di San Lorenzo il Maggiore, una chiesa della cristianità dove si svolgeva una mesa alla quale ho potuto entrare per un attimo a contemplare l’interiore. In mezzo di questa chiesa e le colonne romane, come se stesse unendo gli entrambi mondi, quello romano e quello cristiano, si erge una statua dell’imperatore Flavius Valerius Aurelius Costantinus, Costantino I, il Grande, San Costantino per la ortodossia cristiana, Konstantinos o Mégas, Costantîno il Vincitore, lo stesso uomo che nel febbraio-marzo 313 d. C.  promulgò l’Editto di Milano in questa città, editto di tolleranza religiosa che finì la persecuzione dei cristiani.



Se uno continua camminando per il corso di Porta Ticinese, arriva alla fine a un punto dove uno può andare alla Via Torino, un bello percorso di mosto bianco che ci porta in centro, dove quando siamo arrivati, alla nostra sinistra e sul lato opposto della Piazza del Dumo di fronte al Duomo di Milano, ci si trova la Piazza dei Mercanti, una pittoresca piazza medievale di strade stretti, con degli edifici antichi e corridoi di colonne, dove spicca il Palazzo della Ragione o Broletto Nuovo, le Scuole Palatine, magari il mio edificio preferito qui, la Casa dei Panigarola e la Loggia degli Osii.




Al lato diritto venendo dalla Piazza dei Mercanti, verso il sud, al lato sinistro uscendo del Duomo di Milano, è il Palazzo Reale di Milano, in un altro tempo chiuso ma oggi con una piazzetta reale aperta, dove ci si trovano diversi musei e che si può attraversare camminando per il cortile centrale verso all’uscita alla strada che passa dietro. 



Al centro della Piazza Duomo si erge epica la statua del Re Vittorio Emanuele II, uno dei tre più grandi architetti della unificazione italiana, uno dei padri politici dell’Italia, con i suoi lunghi baffi e barba, stravaganti a certo punto, con il suo cappello militare dal tempo dell’illuminismo, stando in piedi superbamente sul suo regno, esaltando in alto il nome della Italia e protetto da due enormi leoni a ogni lato.




Vuoi sapere di più? Vuoi conoscere gli amici che ho fatto?, Vuoi sapere come diventai Duca di Milano? Vuoi sapere se ho conosciuto una principessa qui? Vuoi sapere del mio incontro con grandi scrittori?, Vuoi conoscere la parte più seducente, musicale e rossa femminile di Milano? Allora seguimi su questo blog e i miei reti sociali.



Mi Épico Viaje

(Más historias de mis viajes)

Armoniosa Milano Parte 2


Versión Español

English Version 

Русская Версия 


Seguimi su Instagram per vedere più fotografie del mio viaggio. Seguimi anche su YouTubeFacebookTwitter e LinkedIn. Se ti piace quello che scrivo ti ringrazierebbe molto che mi donni a PayPal. Puoi anche aiutarmi comprando i miei libri pubblicati disponibili su Amazon, oppure puoi scrivere all'Editoriale "Lluvia de Ideas" (Pioggia di idee) se stai in Guatemala.


Dipingendo con parole e sogni

Dal calamaio del mio Cuore





















 

Comentarios

También te puede interesar

Las 10 Historias de Amistad más Inspiradoras (Revolution Top)

LAS 10 HISTORIAS DE AMISTAD MÁS INSPIRADORAS "Yo soy tu amigo fiel, yo soy tu amigo fiel, tienes problemas, yo también, no hay nada que no pueda hacer por ti, y estando juntos todo marcha bien, pues yo soy tu amigo fiel..." reza la famosa canción de la película de Toy Stoy 2, y con esta frase presentamos nuestro primer Revolution Top especial por el mes del amor y la amistad, que adicionalmente es un test para que veas que tan verdadera o verdaderas son las amistades que entregas y que recibes. Los requisitos que se tomaron en cuenta para elegir estas historias es que fueran amistades emblemáticas públicas o famosas, de seres reales o ficticios (es decir, de la literatura, películas o leyendas). Además, se excluyeron amistades que aun siendo verdaderas incluyesen además de la amistad algún vínculo de parentesco o algún romance conocidos. Por su parte, el criterio de clasificación fue el de la entrega, aun y cuando esta entrega fuese solo de parte de uno de ...

Canto Final

  Anterior - Top - Siguiente 8. CANTO FINAL Carlos Mejía Godoy y los Palacagüina "A veinte años de lucha inclaudicable, juramos defender nuestra victoria, cada gota de sangre guerrillera, cada bala y cada vida rojinegra, no habrá fuerza ni técnica ni humana capaz de detener al pueblo armado, los campesinos, los obreros y estudiantes milicianos defenderemos la revolución. De norte a sur, de mar a mar, no habrá rincón de nuestra patria sin cuidar, en el ingenio, el cafetal, en los cortes de algodón y el arrozal. De norte a sur, de mar a mar, no habrá rincón de nuestra patria sin cuidar, en el ingenio, el cafetal, en los cortes de algodón y el arrozal. Siempre será diecinueve, siempre será veintitrés, siempre será julio heroico, avanzando siempre sin retroceder. Ellos sembraron el sol, ellos sembraron amor, y hoy nosotros defendemos la vida, la cosecha encendida, la revolución. Siempre será diecinueve, siempre será veintitrés, siempre será julio heroico, avanzando siempre sin retr...

El Zorro y el Sabueso. Un Cuento de Navidad. Capítulo II. Años de Aventuras.

EL ZORRO Y EL SABUESO UN CUENTO DE NAVIDAD CAPÍTULO II. AÑOS DE AVENTURAS CAPÍTULO ANTERIOR: I. ENCUENTRO Al pequeño zorro le había dolido mucho lo que habían dicho de él, se preguntaba si de verdad era malo. Cuando llegó a su casa le preguntó a su mamá si él era malo, ella le dijo que no, que él era un buen hijo. Él le preguntó si los animales que vivían en el bosque eran malos, ella le dijo que no, que quién le había dicho eso. Él le dijo que unos perros que habían pasado por la zona donde él jugaba se lo habían comentado. Ella le dijo que no les hiciera caso, que los animales del bosque y de la ciudad no se llevaban, pero que él era un buen zorro, que la bondad o la maldad de alguien no dependía del lugar de donde era, pero que igual, mejor se alejara de los animales de ciudad si los veía, para que no le dijeran cosas feas. El zorro se quedó con la duda de por qué no se llevarían unos animales con los otros, pero ya estaba tranquilo de que al menos no era malo, él p...

Toda la filosofía occidental no es más que una nota al pie de página a la filosofía de Platón (Reseña de "La República")

TODA LA FILOSOFÍA OCCIDENTAL NO ES MÁS QUE UNA NOTA AL PIE DE PÁGINA A LA FILOSOFÍA DE PLATÓN RESEÑA DE "LA REPÚBLICA" Sea este el primer libro de filosofía griega clásica que he leído, tengo que decir que me ha gustado bastante, y creo que es un libro fácilmente accesible para una persona con cultura general, siendo este libro también de cultura general. Tengo que decir que, como muchos afirman, leer un libro da una visión más profunda, amplia y completa, que el solo leer un resumen, una reseña, una explicación o en su caso, ver una película. Al leer el libro de la República encontré todo un mundo, totalmente diferente a lo que de él había escuchado, y es hasta como a la mitad del libro que empecé a encontrar elementos conocidos, dándome cuenta que gran parte de lo que sabía de Platón, se podía resumir en unos cuántos párrafos que no representan sino una mínima fracción de la obra. Para empezar, la obra empieza con Sócrates como protagonista, platicand...

MOCKINGBIRD

  Canción 18  - Top  -  Canción 20 19. MOCKINGBIRD Eminem Una de las canciones más hermosas de Eminem, de las más dulces para un rapero, una canción de cuna para su hija Hailie Scott Mathers, una canción que conlleva algo de tristeza, algo de alegría y algo de motivación y lucha. Esta canción es una de las pocas a las que no doy un significado propio, y en las que es el significado que el propio cantante le da el que me llega a lo profundo. La canción es una canción de cuna a su hija, con él viendo los films grabados de su hija pequeña, pasando imágenes reales de sus primeros años, cuando eran una familia unida y feliz. El contexto en que desarrolla la canción es la desintegración que sufrió la familia, con el conflicto y separación de Eminem y su esposa, última que lo traicionó y luego fue destruyendo su vida con drogas, la cárcel y otras cosas. Eminem, a pesar que como rapero es agresivo y le insulta en muchas de sus canciones, Puke es una de ellas, incluso en Ki...

El Zorro y el Sabueso. Un Cuento de Navidad. Capítulo I. Encuentro.

EL ZORRO Y EL SABUESO UN CUENTO DE NAVIDAD CAPÍTULO I. ENCUENTRO. Hace mucho tiempo, en un lugar muy lejano, en medio de un lindo bosque, se encontraron dos pequeños de mundos muy diferentes, uno de ellos era un sabueso. El sabueso estaba de paseo con sus papás por aquel sitio, pero de pronto se puso a seguir una mariposa. La mariposa entró por el tronco hueco de un árbol, y él le siguió a través de él. La mariposa salió por el otro extremo, y cuando el sabueso estaba a punto de salir, se asomó por la salida, el rostro de un zorro que se asomaba de cabeza desde arriba. El zorro le sonrió y le dijo: “hola ahí abajo”. El sabueso también sonrió sacando la lengua, y dijo “hola” también. Fue una conexión al instante, ambos se cayeron muy bien y en una mirada supieron que era el inicio de algo grande. Mientras se miraban y sonreían, el zorro le tocó con una mano y le dijo “te toqué, es tu turno”, y comenzó a correr saltando desde el tronco donde estaba, el sabueso que no ...

Meditaciones

  Cuando media una larga enfermedad entre la vida y la muerte, esta viene a ser un descanso para el que muere y un alivio para sus deudos; pero cuando la muerte llega así, intempestivamente, cuando menos se espera que toque nuestra puerta, se apodera de nosotros la inmensa tristeza por ese desenlace fatal e inesperado. Ain embargo la vida no es más que el viaje que emprendemos al nacer para llegar a una meta prevista que se llama muerte, a la que arribamos en el momento menos pensado. Debemos, entonces, aprovecharla para cumplir su noble propósito, que es el de servirle a nuestros semejantes, para que cuando llegue la hora de rendir cuentas, porque la misión que nos tocaba desempeñar ha concluido y es tiempo de partir al más allá, nos vayamos a la tumba con la satisfacción del deber cumplido dibujada en la última sonrisa de nuestros labios; y así, irnos a dormir el sueño eterno de la muerte. Florencio Mendoza Granados San Antonio Huista, Huehuetenango

El Escenario Perfecto Para El Amor

El Escenario Perfecto Para El Amor Soy una mujer enamorada de la vida, de Jesús y de una persona en especial, cada día espero con ansias nuestro encuentro, pasar tiempo a su lado es una maravilla, me hace sentir tan protegida, tan hermosa y tan amada cuando estoy a su lado. Muchos podrían decir que es solamente un amor de adolescentes, que es un amor pasajero, "el primer amor" le llaman, pero yo estoy más que segura que no es así, sí es mi primer amor pero yo también quiero que sea mi eterno y gran amor. Lo conozco desde hace cinco años, tiene unos ojos hermosos y su capacidad para negar esa hermosura es admirable, les juro que puedo ver el amor en ellos, su sonrisa la forman dos comisuras perfectas que invitan a besarlas con esa carnosidad inigualable, su rostro nunca había visto mas hermoso que aquel, su espalda, su cuerpo, perfectas curvas que invitan al amor, su piel tan suave y delicada, perfecta para mí, su lindo corazón, sus inigualables sentimientos, herm...

Un año más que se va

Un año más que se aleja en el transcurrir del tiempo y que su paso nos deja alegría o sufrimiento. Es una hoja más caída del árbol de la existencia, otra página leída  del libro de la experiencia. Es un paso más del camino que nuestra vida reduce y al fin de nuestro destino implacable nos conduce Pues el tiempo en su vaivén  constante en la eternidad lleva en su paso también  a toda la humanidad. Florencio Mendoza Granados San Antonio Huista, Huehuetenango, Guatemala 26 de diciembre de 2019

De Repente

De Repente A través del cristal veo más flores, Y que ha cambiado el sol en mi ventana; Que las garzas fundieron sus amores En nidos de arrebol por la mañana Así el tiempo ha pasado de repente, Y aquel fugaz riachuelo ya es un río También cayeron hojas sobre el puente Heridas por las tardes del estío Y si ha crecido abril en la ladera Y alegre se resguarda al viejo vino Igual he sido yo en la primavera Casado con la paz de mi destino. No existe lo inconcluso en esta vida, Todo cumple un ritual determinado Lo que no pudo ser y no se olvida Tuvo mucho que ver en la partida César deMédicis